Alfonso ci insegna che cambiare si può. Basta amare

Facebook
Twitter

Stesse emozioni quest’anno quando D’Ambrosio se n’è andato tra i boschi a camminare con i suoi maestri e professori: chi ha voluto ha potuto fare yoga; c’è stata musica; un pranzo tutti insieme

“Il collegio unitario dei docenti è convocato il giorno primo settembre 2022 dalle ore 9.15 alle ore 12.30 in presenza, presso il podere Villa Alessi, sui colli Euganei. Durante il collegio docenti faremo una passeggiata nel bosco, una metafora del cammino che stiamo facendo tutti insieme e che faremo durante il nuovo anno scolastico. Si suggerisce di portare acqua e un asciugamano o tappetino per sedersi a terra. Ed il 22 agosto incontrerò i docenti neoassunti e trasferiti facendo un piccolo laboratorio di design thinking. Ci prenderemo il nostro tempo. Per parlare. Per ascoltare. Per dialogare. Per creare. Per avere cura”.
Non è uno scherzo ma è la convocazione del collegio docenti dell’istituto comprensivo di Lozzo Atestino, in provincia di Padova. A farla è una sorta di Gian Franco Zavalloni del duemila: Alfonso D’Ambrosio, un fisico, originario della Campania che da quattro anni dirige la sua scuola creando comunità, portando novità, aprendola all’esterno.
La mattina del collegio, lo scorso anno, il preside sul suo profilo Facebook scriveva: «Sei agitato? Me lo chiede Chiara alle 6 del mattino, lei assonnata, io sveglio da quasi un’ora. In realtà non è agitazione, è un misto tra emozione, gioia, un po’ di timore. È ormai il mio terzo anno da dirigente scolastico e in totale sono 15 anni, se teniamo conto anche dei precedenti da docente, che il 1 settembre è sempre così! Non è una notte prima degli esami. È probabilmente la stessa emozione che si prova per l’arrivo di un nuovo anno. Ti porti dietro aspettative, progetti, storie, destini e promesse».
Stesse emozioni quest’anno quando D’Ambrosio se n’è andato tra i boschi a camminare con i suoi maestri e professori: chi ha voluto ha potuto fare yoga; c’è stata musica; un pranzo tutti insieme.
Una pazzia? Un’imposizione di un folle preside? A sentire i docenti intervistati dal Tgr Veneto non è stato così: «Quando il dirigente si prende cura degli insegnanti poi loro si prendono cura dei bambini».
Una bella trovata pubblicitaria? E se anche fosse? Ciò che è certo è che questo preside ha osato. E osa. Lo conosco. Sono stato nella sua scuola a fare una visita. Due cose mi hanno colpito di là dell’aula all’aperto; della formazione dei docenti fatta durante le ore di lezione; dell’esperienza della “Scuola senza zaino”; della volontà di innovare.
La prima: Alfonso conosce uno ad uno i nomi degli alunni, persino di quelli dell’infanzia.
La seconda: il suo studio non esiste. è in mezzo agli altri.
Non è mia intenzione fare di D’Ambrosio un santino. Conosco pregi e difetti come di ciascuna persona, ma un dirigente così è coraggioso perché sa amare. Mi vengono in mente le parole di una straordinaria canzone del 1976, Baradel: “Ma il preside dagli occhi morali di chi non fa mai l’amore ha controllato temi e registri vari e ha deciso che così non va”, canta Enzo Maolucci. Ecco D’Ambrosio non è così. Lui fa l’amore ogni giorno con la sua scuola. Certo, magari sbaglia ma lo fa con passione.
Il problema son gli altri, quelli che anche quest’anno si sono seduti, rigorosamente in maniera frontale, davanti ai loro docenti (e questo dice già tutto) e hanno proceduto alla lettura e approvazione del verbale della seduta precedente; a informare delle norme di contrasto del contagio Covid 19; a deliberare la scansione dell’anno scolastico in trimestri e quadrimestri; ad approvare il piano delle attività dell’anno. Tutto veloce. Tutto approvato.
«Arrivederci al prossimo collegio». Ecco, anche quest’anno un’altra copia di un anno per nulla diverso. Eppure Alfonso ci insegna che cambiare si può. Basta amare.

Leggi di più

Gli ultimi articoli

Gli argomenti più seguiti