Artemis, al via il nuovo programma per far ritornare l’uomo sulla Luna

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Tutti ricordiamo le celebri parole pronunciate da Neil Armstrong al momento dello sbarco e le altrettanto celebri immagini degli astronauti sulla Luna, immagini che ormai appaiono quasi sbiadite, lontane. Dopo più di 50 anni il genere umano progetta di tornarci. Nel prossimo decennio infatti, la Nasa, l’Esa (agenzia spazziale europea) e altri partner internazionali hanno in programma di riportare l’essere umano sulla Luna, grazie al programma Artemis.
Il nome non è casuale e deriva da Artemide, dea sorella di Apollo (il nome del programma spaziale che portò gli americani sulla Luna). E il programma è già iniziato il 16 novembre scorso, quando Artemis I è partito da Cape Canaveral effettuando un importante volo di collaudo.
Ma perché dopo il 1972, con la missione Apollo 17, non si sono più fatte spedizioni sulla Luna? Essenzialmente per questioni economiche e perché aver raggiunto la Luna prima dei sovietici era già stato un enorme successo. Così, dopo altre sei missioni, la Nasa e le altre agenzie spaziali hanno preferito puntare su altri obiettivi.
Aver studiato la superficie lunare aveva infatti “raffreddato” anche gli entusiasmi di chi si immaginava una colonizzazione umana di là a pochi decenni. Ecco quindi che anche per l’opinione pubblica un investimento di soldi così grande doveva andare verso altri progetti, come lo Space Shuttle e la Stazione spaziale internazionale.


Problemi di sicurezza
Potrà inoltre sembrare strano che oggi le missioni dirette verso la Luna vadano così a rilento, nonostante le tecnologie attuali, al punto da sembrare più indietro di quelle degli anni ’60. Questo però non deve stupire, in quanto oggi vi sono requisiti di sicurezza molto più severi, che obbligano a una preparazione e pianificazione estremamente più elaborata. In altre parole, un tempo molte missioni erano state fatte sull’onda dell’entusiasmo e sulla necessità di arrivare prima dei propri rivali, a discapito di collaudi e misure di sicurezza. Il progetto Artemis non è certo esente da critiche anche di illustri scienziati, è estremamente ambizioso e si prefigge, dopo alcune missioni di prova, di portare i primi astronauti sulla Luna già nel 2025.
Questo però sarà solo un punto di partenza, in quanto l’obiettivo principale è di costruire un avamposto stabile, con tanto di stazione spaziale. Questo faciliterebbe i viaggi tra Terra e Luna, aiuterebbe gli studi scientifici (comprese le osservazioni astronomiche) e costituirebbe inoltre un punto di appoggio importante per le future missioni verso Marte.

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