Berlino vaccina anche i senzatetto: «Non dimentichiamo chi non ha voce»

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Il rifiuto di AstraZeneca da parte di molti berlinesi ha accelerato l’inizio delle procedure di vaccinazione per gli oltre 3 mila senzatetto della città, che hanno ricevuto la prima dose di vaccino lo scorso 4 marzo. Ma in città si parla anche di housing first, progetto che ha l’obiettivo di dare un alloggio a tutti entro il 2030

«Nella situazione attuale è assolutamente inaccettabile che le dosi di vaccino rimangano inutilizzate». L’ha dichiarato a fine febbraio l’assessora ai servizi sociali di Berlino, Elke Breitenbach, dando il via libera alla vaccinazione degli oltre 3 mila senzatetto della città, a partire dal 4 marzo.
Un provvedimento, in realtà, previsto formalmente nella fase 2, stabilita dal Comitato permanente per le vaccinazioni: dopo gli ultraottantenni, gli ospiti e il personale delle case di riposo (fase 1), tocca, infatti, ricevere il vaccino a chi ha più di 70 anni, alle forze di polizia, ai senzatetto e a chi vive negli alloggi per richiedenti asilo. Il rifiuto del vaccino AstraZeneca da parte di migliaia di berlinesi ha semplicemente accelerato il passaggio da una fase all’altra. Con una novità: ad ottenere il vaccino saranno anche i senza dimora che non accedono ai dormitori ma vivono per strada in modo continuativo.

Le unità di aiuto
«In base alle norme attualmente in vigore, chi vive per strada non avrebbe diritto al vaccino – ha spiegato Breitenbach –. Con il sostegno del Kältehilfe (le unità di aiuto contro il freddo, un progetto ecumenico delle chiese evangelica e cattolica, delle Caritas e delle Diaconie, ndr) riusciremo però a raggiungere anche queste persone, somministrando i vaccini in apposite isole». In inverno, molti senzatetto che non accedono ai dormitori finiscono in strutture di emergenza per ripararsi dal freddo. «Si tratta di un’occasione unica per coprire tutta questa fascia di popolazione – ha dichiarato l’assessora alle testate del gruppo Funke –. Potremmo e dovremmo offrire il vaccino a tutti i senzatetto nei rifugi di emergenza il più rapidamente possibile».
Prima, cioè, che temperature più miti li rendano difficilmente rintracciabili. Un esempio che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe essere seguito da tutte le regioni tedesche, perché «non deve essere dimenticato chi non ha una lobby forte che difende i suoi diritti».

La casa prima di tutto
L’assessorato al sociale del comune-regione di Berlino non è nuovo a iniziative pionieristiche e innovative a favore dei più poveri. Agli inizi di gennaio ha fatto discutere il cosiddetto Piano generale per risolvere il problema dei senza fissa dimora a Berlino, con il progetto di dare un alloggio a tutti entro il 2030.
Una delle colonne portanti del piano è la strategia housing first (vedi il numero di Scarp di dicembre 2019, ndr), che prevede l’accesso immediato all’alloggio, senza pre-condizioni, per chi vive in strada.
Al momento funziona in via sperimentale ed è aperto solo alle donne. Finora sono riuscite ad ottenere un alloggio in 35.
Dieci di loro hanno ora anche un lavoro. Altre 340 sono in lista d’attesa e il numero cresce ogni settimana.

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