Cena dell’Amicizia Da vent’anni orfani della forza di Ermanno

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Ermanno ha contribuito ai primi passi di Scarp de’ tenis, convinto che i giornali di strada fossero una risorsa

Il 16 aprile saranno passati 20 anni dalla scomparsa di Ermanno Azzali, uno dei fondatori, storico presidente e deus ex machina dell’associazione Cena dell’Amicizia. Nel maggio 1968, alcuni giovani di Città Studi a Milano fondano Cena dell’Amicizia, un gruppo che accoglie le persone senza dimora della zona e condivide allo stesso tavolo una cena settimanale, nel salone della parrocchia San Giovanni in Laterano e poi in San Pio X.
Tra quei ragazzi c’è proprio Ermanno, che ancora giovanissimo a causa di un grave incidente ha perso le due gambe e un occhio, ma che sente il forte desiderio di ricambiare la solidarietà ricevuta durante il cammino di riabilitazione aiutando le persone più fragili. Ermanno e i suoi amici intuiscono che non basta soddisfare il bisogno materiale immediato, ma è fondamentale stringere una relazione significativa con le persone emarginate. Non una mensa, insomma, ma un invito a cena.
Non filantropia, ma solidarietà. Non utenti ma ospiti, come da sempre si chiama chi frequenta la “Cena”. A partire da questo assunto, Ermanno condurrà Cena dell’Amicizia a diventare un punto di riferimento per decine di ospiti e una fucina per altrettanti volontari. A metà degli anni ’80, si rende conto che per incidere davvero sulla vita di chi è senza una dimora o in situazione di grave emarginazione bisogna fare qualcosa di più, e nel 1989 insieme ad alcuni giovani volontari, progetta e realizza il Centro notturno di accoglienza, una comunità per una dozzina di persone senza dimora che somiglia molto a una famiglia, a cui seguirà il Centro diurno, dove gli ospiti hanno la possibilità di recuperare socialità e manualità.
Cena dell’Amicizia, infine, grazie ai nuovi appartamenti protetti, sarà una delle prime associazioni a sperimentare nella sua interezza un percorso di riabilitazione per chi vive per strada. L’innata generosità ha condotto poi Ermanno a incoraggiare la nascita e lo sviluppo di altri progetti innovativi, come l’associazione Avvocati per niente o l’evento Notte dei senza dimora, tutti lasciti preziosi. Ma soprattutto è stato tra quelli che hanno contribuito ai primi passi di Scarp de’ tenis, convinto che i giornali di strada fossero una preziosa fonte di informazione indipendente per mettere sotto i riflettori temi troppo spesso dimenticati e offrire un’opportunità di lavoro a chi ne ha più bisogno.
Ermanno è stato un innovatore, capace di una grande umanità con le persone più vicine ma anche di guardare lontano, aprendo strade nuove grazie a intuizioni lungimiranti. Ha ispirato le scelte di intere generazioni di volontari, obiettori di coscienza, scout. Ma soprattutto – fuori da ogni retorica – ha cambiato la vita di tante persone senza dimora, restituendo loro una speranza e la possibilità di un nuovo inizio.

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