Clima Dalle banche 4.600 miliardi per carbone e petrolio

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In barba agli Accordi di Parigi, negli ultimi cinque anni le grandi banche non soltanto hanno pompato liquidità nelle casse delle compagnie impegnate nello sfruttamento delle fonti fossili, ma non hanno lesinato neppure investimenti nelle estrazioni più pericolose per clima e ambiente

Quattromilaseicento miliardi di dollari. Meglio scriverlo per esteso: rende ancora di più l’idea della quantità gigantesca di denaro che il mondo della finanza ha concesso, in soli sei anni, alle compagnie che a vario titolo operano nel settore delle fonti fossili. A spiegarlo è la nuova edizione del rapporto Banking on climate chaos, curato da sei organizzazioni non governative: Rainforest Action Network, BankTrack, Sierra Club, Indigenous Environmental Network, Oil Change International e Reclaim Finance.
Il documento precisa che i 4.600 miliardi di dollari a favore di carbone, petrolio e gas sono arrivati dalle 60 banche più grandi del mondo nel periodo compreso tra il 2016 e il 2021. Ovvero nei sei anni successivi all’approvazione dell’Accordo di Parigi sul clima, che risale al dicembre del 2015 e con il quale la comunità internazionale si era impegnata a limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 2 gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali. Il testo precisava inoltre che si sarebbe dovuti rimanere “il più possibile vicini agli 1,5 gradi”. Una necessità confermata nell’autunno del 2018 dallo Special Report 1.5 dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, che ha indicato quali saranno le differenze – abissali – che quel mezzo grado comporterà per gli equilibri climatici del Pianeta.

Profitti nell’immediato
Nonostante ciò, dunque, i grandi istituti di credito hanno preferito perpetuare il business…..

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