Cosa fare per i senza tetto anziani? Ad Amburgo un posto dove invecchiare

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Nel quartiere di Bergedorf, si sperimenta una possibile soluzione da mettere a disposizione degli homeless più anziani, che si basa sul concetto delle Lebensplätze, posti in cui si può passare l’ultima parte della propria vita, senza paura di finire di nuovo in strada. Vengono forniti vitto ma anche assistenza medica e infermieristica e uno psicologo è presente ogni 14 giorni

È difficile che una persona senza dimora riesca a superare i 70 anni. La vita sulla strada è durissima, le condizioni igieniche precarie e la dipendenza da alcool e droghe è molto diffusa. In effetti, chi vive per strada muore in media 25-30 anni prima di chi ha un alloggio.
Eppure nelle città tedesche il numero di senzatetto anziani e malati continua ad aumentare. Ad Amburgo, dove si è fatto un censimento dei senzatetto nel 2018, si tratta soprattutto di donne. In un rapporto della Caritas cittadina, pubblicato nel 2021, il problema viene identificato in modo drammatico: «I pazienti delle nostre infermerie sono sempre più anziani e hanno bisogno di cure e attenzioni mediche più intense. Eppure molti finiscono per tornare in strada dopo essere stati dimessi».
Maike Oberschelp, del CaFée mit Herz, nel quartiere St. Pauli, che distribuisce gratuitamente cibo, bevande e vestiti a oltre 300 persone ogni giorno, lo spiega senza giri di parole a Hinz&Kuntz, il giornale di strada di Amburgo: «Chi è anziano, malato e senza casa non ha un posto dove invecchiare in questa città. Il destino è morire per strada, a meno che qualcuno non passi e chiami un’ambulanza».
Luoghi dove vivere
Dall’altra parte della città, nel quartiere di Bergedorf, si sta però già sperimentando una possibile soluzione, che si basa sul concetto delle Lebensplätze, posti in cui si può passare l’ultima parte della propria vita, senza paura di finire di nuovo per strada.
Winfried Kaiser, 75 anni, ex agente assicurativo, è uno dei primi residenti di una struttura, finanziata dal Comune, che vive secondo un nuovo concetto di assistenza ai senzatetto. Potrà rimanere fino alla fine della propria vita. Gli viene fornito il vitto ma anche l’assistenza medica e infermieristica. Se vuole, qualcuno lo accompagna in banca o dal medico e uno psicologo passa ogni 14 giorni. Per ora i residenti sono tutti uomini, ex senzatetto, con una storia di dipendenza o problemi mentali.
«Qui sono ben seguito», spiega Kaiser a Hinz&Kuntz. È arrivato sei anni fa, seguendo un percorso comune a molti nella sua situazione: perdita dell’alloggio dopo un massiccio aumento dell’affitto, ricovero per anziani, programma di accoglienza invernale.
Un bel posto dove stare
Jörg Konow gestisce la struttura dall’inizio dell’anno. «Idealmente vorremmo fornire una camera singola priva di barriere architettoniche a ogni ospite – racconta – la ristrutturazione, però, procede a rilento. È difficile trovare artigiani disponibili al momento e anche i materiali scarseggiano. Ci vorrà fino al 2025 per vedere la fine dei lavori».
Già oggi, però, 30 degli accolti vivono in camere singole. Il signor Kaiser deve ancora condividere la sua stanza di 16 metri quadrati con un altro residente. «Guarda i film dell’orrore e io li odio», brontola. Un nuovo trasloco per lui è però fuori questione: «Non se ne parla. Resto qui. E un giorno poi, zack! Per quanto mi riguarda possono seppellirmi anche qui in giardino».

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