Ecco chi specula sui beni di prima necessità

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Come in un grande casinò legalizzato. Si compra un future che permette di acquistare una partita di grano a 100, quattro mesi dopo. Se nel frattempo il prezzo è già a 150, si rivende il contratto e si intasca la differenza. Sulla pelle di milioni di persone che rischiano la fame

L’indice dei prezzi mondiali dei beni alimentari dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) è sceso leggermente nel corso del mese di dicembre del 2022. Il calo è stato dell’1,9% rispetto al mese precedente e di un punto percentuale rispetto allo stesso mese del 2021. Ciò, tuttavia, non ha impedito nell’anno appena concluso di stabilire un nuovo, preoccupante record: il valore medio dell’indice, che rappresenta un punto di riferimento a livello internazionale in materia, è stato pari a 143,7 punti che rappresenta una crescita del 14,3% rispetto all’anno precedente.
Benché si speri ora in una fase più stabile, dopo due anni di grande volatilità, Maximo Torero, capo economista della Fao ha dichiarato che «occorre rimanere vigili. I prezzi alimentari mondiali si mantengono a livelli elevati, poiché numerosi prodotti di base sono ancora vicini ai livelli record e quelli, ad esempio, del riso risultano attualmente in aumento. Dobbiamo inoltre fronteggiare possibili rischi legati all’approvvigionamento in futuro».
Anche perché se da un lato a dicembre risultano scesi i prezzi di alcuni beni (oli vegetali, cereali, carne bovina), altri hanno continuato a crescere (latte e latticini, così come lo zucchero). A pesare, in alcuni casi, sono state anche le condizioni meteorologiche sfavorevoli registrate in India e i ritardi nella produzione in Thailandia e Australia.
Come detto,…

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