Elio e le storie tese del nostro Paese

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Elio non le manda a dire. Con Scarp parla di autismo e dice: «Ho imparato in questi anni che per uno che migliora, ce ne sono altri cento che stanno malissimo. E molte famiglie non hanno i mezzi per accedere alle terapie. Non è accettabile in un Paese come il nostro»

Sono pochi i personaggi dello spettacolo che hanno una forza comunicativa come quella di Elio.
Artista poliedrico, ha scelto di tornare sulle scene con uno spettacolo che celebra Enzo Jannacci. Con Elio, nella bella intervista che trovate all’interno del giornale, non abbiamo parlato soltanto di Jannacci, ma anche di tanti altri temi a noi cari. Uno in particolare, quello dell’autismo, che lo tocca da vicino. E su questo tema, non le manda certo a dire. «Noi famiglie che ci misuriamo ogni giorno con l’autismo abbiamo bisogno di cose concrete. L’autismo, in particolare, è un problema su cui si può fare molto con le terapie, ma non viene fatto. Ho imparato in questi anni che per uno che migliora, ce ne sono altri cento che stanno malissimo. E molte famiglie non hanno i mezzi per accedere alle terapie. Non è accettabile in un Paese come il nostro».
Nel giornale trovate come sempre tanti altri spunti. Le storie, tragiche, dell’estate afghana. L’approfondimento sulle terre rare e sul loro impatto sull’economia dei Paesi più ricchi. Mi voglio soffermare, però, sul tema di apertura che dedichiamo a un tema particolare. I nostri giornalisti sono stati in tre diverse palestre popolari del Paese, a Milano, Roma, Napoli. Per cercare storie di riscatto sociale, storie di sudore, storie di strada. Accanto ai nostri servizi trovate la riflessione di Antonio Franchini, lo scrittore napoletano che al tema ha dedicato anche molti suoi racconti. Ecco, devo svelarvi che, con Antonio, mi lega un’amicizia nata sui banchi del liceo. Io nelle vesti di giovane studente, lui in quelle del professore di lettere. Nel suo commento, che vi incito a leggere con attenzione, ricco di spunti autobiografici, parla di maestri di vita. Ecco, lo è stato, insieme ad altre persone, certo, anche per me. E sono molto contento di averlo con noi, qui, su questo nuovo numero di Scarp de’ tenis.
L’angolo della poesia, come sempre. La scelgo dalla raccolta L’aria è piena di grida, di Antonella Anedda. «L’aria è piena di grida. Sono attaccate ai muri, / basta sfregare leggermente. / Dai mattoni salgono respiri, brandelli di parole».

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