Gloria, ha vinto la sua battagliaIn Malawi mai più plastica monouso

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Grazie alle sue campagne che hanno coinvolto molte persone e grazie alle pressioni esercitate sulle autorità del suo Paese, alla fine c’è riuscita. La Corte Suprema del Malawi ha, infatti, confermato
il divieto nazionale di produrre, importare, distribuire e utilizzare plastica monouso nel luglio del 2019. Nel 2020, il Governo ha disposto la chiusura di tre industrie plastiche

La sua è una di quelle lotte stile Davide contro Golia. Con il piccolo Davide che porta a casa una grande vittoria. Forse per la tenacia e la testardaggine, forse per la giusta dose di impegno e di utopia… Sta di fatto che, in questo caso, Davide ha il volto sorridente e mite di una donna trentenne del Malawi: Gloria Majiga-Kamoto. Che da più di cinque anni combatte contro i più grandi produttori di plastiche del suo Paese per metter fine innanzitutto all’utilizzo della plastica monouso.
Grazie alle sue campagne che hanno coinvolto molte persone e grazie alle pressioni esercitate sulle autorità del suo Paese, alla fine c’è riuscita. La Corte Suprema del Malawi ha, infatti, confermato il divieto nazionale di produrre, importare, distribuire e utilizzare plastica monouso nel luglio del 2019. Nel 2020, il Governo ha disposto la chiusura di tre industrie plastiche. E lo scorso 15 giugno, Gloria è stata insignita del prestigioso Goldman Environmental Prize, conosciuto anche come Premio Nobel per l’ambiente.

Un’azione straordinaria
Si tratta di un riconoscimento importante che ogni anno premia attivisti di tutto il mondo. Quest’anno, insieme a Gloria, figurano anche Thai Van Nguyen del Vietnam, Maida Bilal della Bosnia-Erzegovina, Kimiko Hirata del Giappone, Sharon Lavigne degli Stati Uniti e Liz Chicaje Churay del Perù. «Leader che hanno le potenzialità per ispirare altre persone ordinarie a compiere azioni straordinarie per proteggere la Terra». Gloria è certamente una di loro. «Abbiamo organizzato molte manifestazioni: abbiamo marciato verso il tribunale e incontrato le comunità per documentare esperienze e sfide che hanno incontrato a causa del problema della plastica», ha dichiarato alla Cnn. Ci sono voluti diversi anni e un grande impegno, ma alla fine, dopo una lunga battaglia legale, si è arrivati non solo alla messa al bando della plastica monouso, ma anche alla chiusura delle industrie.

Soffocati dalla plastica
Del resto, la situazione è davvero critica. Secondo uno studio commissionato dal Governo, si stima che ogni anno vengano prodotte circa 75 mila tonnellate di plastica e almeno l’80% viene gettato dopo l’uso. Non solo: il Malawi è la nazione che produce più rifiuti plastici pro capite rispetto a qualsiasi altro Paese dell’Africa sub-sahariana. In città come Lilongwe, la capitale, la loro presenza ovunque ha aggravato gli effetti di devastanti inondazioni, ostruendo i sistemi di drenaggio.
Nelle campagne, invece, hanno avuto gravi ripercussioni su ambiente e animali. Gloria è rimasta particolarmente colpita dalla situazione di agricoltori e pastori. «Alcuni stanno perdendo il loro bestiame perché gli animali ingeriscono le plastiche e spesso muoiono».
Nonostante i successi, Gloria non ha smesso di lottare: «Il riciclaggio dei rifiuti richiede una certa tecnologia e il Malawi è molto indietro. Non solo però; ciascuno di noi deve essere consapevole delle proprie responsabilità e far sì che la plastica finisca nel posto giusto e possa essere riciclata».

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