Si salvano le banche in crisi e non le speranze dei Paesi in via di sviluppo. Il rapporto choc delle Nazioni Unite. Soltanto il 12% dei 169 target degli Obiettivi che si sono dati i Paesi Onu hanno la probabilità di essere centrati. E le promesse di aiuto ai Paesi più poveri sottoscritte nel 2015? Carta straccia
Più della metà della popolazione mondiale è ancora indietro rispetto agli avanzamenti programmati per la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss) delle Nazioni Unite. A denunciarlo, alla fine dello scorso mese di aprile, è stato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, parlando a New York di fronte agli ambasciatori di tutto il mondo. Di conseguenza, le promesse avanzate nel 2015 affinché ci si indirizzasse verso un Pianeta più verde, più giusto e più equo, potrebbero rivelarsi – almeno in parte – un clamoroso fallimento.
Il pensiero del diplomatico portoghese è contenuto nel Rapporto sullo stato di avanzamento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile pubblicato dalle stesse Nazioni Unite. Secondo Guterres l’intero programma, «se ci rifiuteremo di agire subito, si trasformerà nell’epitaffio del mondo che avremmo potuto costruire». In un commento pubblicato sul quotidiano francese Le Monde, il segretario generale ha mostrato in modo ancor più netto la propria frustrazione di fronte alla lentezza dei governi di tutto il mondo: «Se possiamo salvare le banche, possiamo salvare anche le speranze dei Paesi in via di sviluppo. Il crollo di due grandi istituti di credito (la Silicon Valley Bank e Credit Suisse, alla quale però dopo le parole di Guterres si è aggiunto un terzo istituto: First Republic Bank, ndr) ha riempito le prime pagine dei quotidiani del mondo intero. Nel giro di un fine settimana, sono stati trovati più di 250 miliardi di dollari per proteggere i sistemi bancari degli Stati Uniti e della Svizzera. Al contrario, non c’è stato alcun piano di salvataggio per decine di Nazioni che lottano contro molteplici crisi, che si tratti degli shock climatici, della pandemia o della guerra in Ucraina». Evidentemente – prosegue il fondo – «il crollo di questi Paesi è considerato come qualcosa di accettabile».
Il rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite, in particolare, rivela come soltanto il 12% dei 169 target (sotto-obiettivi) degli Oss possa essere considerato sulla buona strada per essere centrato. I passi avanti sono giudicati invece deboli o insufficienti per il 50% di tali target. Ma addirittura, per la restante parte (più del 30%) si è registrato uno stallo o si sono dovuti constatare perfino dei passi indietro. In altre parole, solamente una piccolissima parte dei 17 Obiettivi, e dei relativi sotto-obiettivi, lanciati ormai 8 anni fa indicando la volontà di centrarli nel 2030, è in stato di concreto avanzamento.
In termini ancor …