Invisibili sociali. Vivono nell’ombra, muoiono soli

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Nel momento in cui stiamo ripensando i servizi sociosanitari sul territorio, non dimentichiamo questi morti. Per prevenire serve la prossimità e il cuore di vicini e parenti. Ma ci deve essere la presenza imprescindibile dello Stato con i suoi servizi, anche per chi vive nascosto nell’ombra

Le morti solitarie e dimenticate fanno notizia per qualche giorno, solo quando superano l’anno dalla morte al ritrovamento della vittima.
Non sono generalmente violente, ma sono egualmente terribili. Il pensiero dell’agonia solitaria e della morte dimenticata di un essere umano che le vicende della vita hanno portato alla solitudine è straziante. Questi sono una categoria di invisibili sociali ancor più dimenticata dei clochard.
A gennaio, è salita alla ribalta della cronaca la vicenda di Marinella Beretta di Como, 70 anni, trovata morta in casa due anni dopo il decesso dai pompieri che dovevano tagliare gli alberi in giardino resi pericolanti dal vento. Era sola al mondo, era dal 2019 che i vicini non la vedevano, ma ritenevano che si fosse trasferita causa pandemia. Aveva venduto la sua casa in nuda proprietà a uno svizzero, ma nemmeno lui si era preoccupato perché non riusciva più a contattarla. 
Un recente studio dei sindacati confederali dei pensionati, rivela che il 14% degli ultraottantenni sono chiusi da soli in casa. Ma oltre alla povera Marinella, alla cui storia triste molte testate nazionali hanno dedicato titoli echeggianti ricordando la ballata di De André, nei soli giorni a cavallo tra gennaio e febbraio, le cronache locali hanno riportato diversi morti solitarie.
A Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, una donna di 63 anni è stata trovata morta nella sua casa: era deceduta da almeno quindici giorni. Il cadavere è stato scoperto perché, per allestire un cantiere, la polizia municipale ha provato a contattarla affinché spostasse la sua auto in sosta. A Carmagnola, provincia di Torino, il corpo di un 69enne è stato scoperto nella sua camera da letto, in avanzato stato di decomposizione. I vicini, allarmati dall’odore, hanno contattato le forze dell’ordine. A Venaria, è stato trovato il corpo senza vita di un uomo di 74 anni. La scoperta è stata fatta dagli agenti della polizia locale, intervenuti assieme al personale sanitario 118 e ai vigili del fuoco. A dare l’allarme sono stati alcuni amici che non avevano sue notizie da tempo. Quando i vigili sono riusciti ad entrare nell’alloggio, hanno trovato il cadavere dell’uomo in stato di mummificazione. Anche qui i vicini di casa avevano sentito cattivi odori provenire dall’appartamento ma li avevano scambiati per problemi di fognatura.
Il problema dell’odore è stato risolto artigianalmente sulle colline di Genova dai vicini di un 67enne che viveva da solo e a carico dei servizi sociali, morto nell’appartamento popolare che gli era stato assegnato. Disturbati dalla puzza della decomposizione, i vicini di casa hanno deciso di sigillare la porta con del nastro adesivo. Il cadavere era disteso su un piumone, l’uomo era morto da una settimana. Una vicenda, quest’ultima, che rivela la tragedia ancor nascosta dei più poveri che vivono in alloggi popolari ma in condizioni di semi barbonismo domestico per problemi psichiatrici. Spesso nelle metropoli, le case pubbliche sono state assegnate negli anni ’80 e ’90 a persone con problemi di salute mentale. Alloggi piccoli, che non possono essere assegnati alle famiglie perché fuori norma, che spesso diventano tane di persone non più giovani e abbandonate a se stesse dai servizi sociali e psichiatrici in perenne crisi di personale. Più si scende verso sud nella penisola e più la carenza di personale nei centri psichiatrici e nei servizi di assistenza sociale cresce a livelli emergenziali. E nel mitico Pnrr non c’è traccia di fondi per la salute mentale. Nel momento in cui stiamo ripensando i servizi sociosanitari sul territorio, non dimentichiamo questi morti. Per prevenire serve anzitutto la prossimità e il cuore di vicini e parenti. Ma poi ci deve essere la presenza imprescindibile dello Stato con i suoi servizi, anche per chi vive nascosto nell’ombra.

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