La guerra si seppellisce sotto una montagna di libri

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A pochi passi dal Duomo di Milano, Lorenzo e Simona Perrone hanno realizzato un’installazione da Biennale, simbolica e quasi metafisica: una montagna di libri che si sovrappone al carro armato, lo avvolge e lo seppellisce

Questa è una dedica. Al coraggio di seppellire l’idea della guerra con l’unico strumento che abbiamo per evitarla: la cultura. È anche un omaggio. A un artista e alla sua compagna che per tre giorni a Milano, davanti a Palazzo Reale, hanno coperto un carro armato con una montagna di libri. Libri bianchi. Quelli che Lorenzo e Simona Perrone, marito e moglie, scolpiscono con il cuore creando suggestioni che fanno pensare.
Non c’è solo Papa Francesco a inorridire al pensiero dei morti in Ucraina, ai bambini devastati dalle bombe definite impropriamente intelligenti, alle donne violentate dai miliziani russi, all’esercito dei profughi che hanno perso tutto: ci sono milioni di persone che pensavano di non rivivere l’incubo antico delle invasioni, il new medioevo della sopraffazione, la violenza di uomini su altri uomini. Per dare un’immagine alle tante voci che urlano nel vuoto la parola pace, i due artisti hanno creato a pochi passi dal Duomo un’installazione da Biennale, simbolica e quasi metafisica: una montagna di libri che si sovrappone al carro armato, lo avvolge e lo seppellisce, elimina la sua bocca di fuoco, lo trasfigura in un monumento interamente bianco, il colore della pulizia, della luce che contrasta il buio dei giorni che la civiltà dell’Occidente sta vivendo.
Lorenzo Perrone dice che l’idea gli è venuta per dare una scossa contro l’assuefazione alla guerra e alle negatività che hanno drammaticamemnte preso il sopravvento in una parte del mondo. È difficile sfuggire al senso di sconfitta della ragione per quel che accade a Kiev, Mariupol o Bucha, ma bisogna provarci. Lui ha pensato di farlo con i libri. Da anni sono la sua compagnia di canto, il suo spartito. «La mia vita è cambiata attraverso i libri», racconta. Li amava e li cercava fin da bambino, ma in casa sua non ce n’erano. Nelle case dei poveri c’è sempre dell’altro a cui pensare. Il padre di Lorenzo è morto quando lui aveva 13 anni. Studiare diventa un lusso proibito quando si deve lavorare. Per fortuna ci sono le scuole serali. E per fortuna a Milano negli anni Sessanta ci sono i corsi dell’Umanitaria. Lorenzo frequenta la Scuola del libro, diretta da Abe Steiner. Impara la grafica, la rilegatura, l’inchiostratura, le regole della stampa. Studia con i maestri. «È stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita, mi ha trasmesso amore ed entusiasmo per il libro, come oggetto e come strumento di conoscenza e di avanzamento sociale». Diventa un bravo grafico, poi un art director di successo. Va in America, New York: lavora nell’editoria e per il cinema. Infine, a inizio Duemila, realizza un sogno: inventa, con la moglie Simona, i libri bianchi. È la svolta della vita. «Se fossi un libro, vorrei essere un libro bianco», dice. E lo spiega con tenerezza. «Il bianco è il colore essenziale, il colore della verità e della sincerità. Con il bianco non puoi barare, ti riporta all’essenza, al Piccolo Principe che dice “l’essenziale è invisibile agli occhi…”». Uno così, che crede nei sogni e lavora con la purezza, non poteva restare in silenzio davanti ai massacri del Donbass: la cultura deve seppellire l’idea della guerra. Il 25 aprile 2022 Lorenzo e Simona Perrone hanno messo nei libri bianchi, con la speranza, il loro e il nostro mondo: che non va sporcato, merita di essere amato.

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