Esiste un tema che è diventato sempre più frequente quando figli di personaggi famosi, compresi politici di primo piano, vengono accusati di stupro: e questo tema è l’amicizia
Non è questione di discoteca, di alcol, droga, educazione, senso delle proporzioni, esuberanza giovanile, idea di che cosa sia il sesso e di che cosa sia l’individuo, per non parlare di amore. O meglio, c’è anche tutto questo, ma esiste un tema che è diventato sempre più frequente quando figli di personaggi famosi, compresi politici di primo piano, vengono accusati di stupro: e questo tema è l’amicizia.
Ma davvero dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io? Sono una ragazza. Vedo la mia amica del tutto sballata. La vedo “fuori di testa”. Capisco che intorno a lei l’aria si fa pesante e che cosa faccio? Mesi fa una giovanissima universitaria venne violentata da un tassista abusivo: era andata alla festa in compagnia, colleghi di studio e amici vari; a un certo punto la vedono “ciucca” e la lasciano vicino a una panchina e si eclissano. Forse è gente che non abbandona un cane quando arriva l’estate, ma si gira dall’altra parte quando un essere umano – e non uno sconosciuto! – va in crisi. Sono un ragazzo. Vedo un mio amico che circonda di attenzioni un’ubriaca, che ha anche abusato di sostanze, e non lo tiro via, non lo sconsiglio: resto spettatore di che cosa esattamente? Di una bella cosa? O di un orrore? Cioè, ma che amici hanno questi ragazzi? Che cosa significa amicizia? I falsi amici sono antichi quanto il mondo (basta leggere la Bibbia, compresi i spesso sottovalutati Salmi), ma questa stagione forse confonde il sentimento con il mi piace (il like dei social), la conquista con il trofeo di una sera da esibire nella chat. E il parlarsi con il “parlarsi dopo”: dopo la festa, dopo lo stupro, dopo l’assenza, dopo la paura. Dopo. Non osiamo discutere (quasi mai) di quello che non sappiamo. Checché ne dica la politica facinorosa, magistrati e detective traggono le loro conclusioni (scritte e spiegate nei dettagli, in documenti ufficiali) dopo che hanno visto in faccia le persone, le hanno interrogate, hanno verificato alibi, coincidenze, circostanze e quanto serve a tentare di separare il vero dalla bufala. In ogni caso, se si va a giudizio, il lavoro della prima linea viene vagliato da altri giudici. Si chiama civiltà del diritto (lo diciamo perché sembra che il problema clamoroso siano le intercettazioni telefoniche e non i reati). Quindi, al momento, per citare l’ultimo episodio, quello di Apache La Russa accusato di violenza di un’ex compagna di scuola, non possiamo dire nulla che non sappiate già. E non vogliamo nemmeno parlare di alcuni imbarazzanti articoli di commento che, sembrando tutelare comunque la presunta vittima, le danno invece addosso per come si mostra sui social. Né ci stupisce che qualcuno, garantista al massimo grado con i politici e le corruzioni di Tangentopoli, si permetta di fare del sarcasmo sulle ragazze che usano le droghe: non è raro che soprattutto in Italia i ricchi e i potenti abbiamo sempre chi, ben stipendiato, li difenda oltre la soglia della decenza. Il garantismo sulle persone fragili non esiste quasi mai e non è un problema calpestarle. Cioè, nell’attesa di capire meglio che cosa possa essere accaduto in una notte milanese, tra giovani benestanti, che hanno fatto il liceo, girato il mondo, che hanno comunque alle spalle famiglie e molte sicurezze, resta forte l’impressione di un universo giovanile che è impregnato di solitudine. E se questa solitudine, così comune tra noi umani è senza affetti, senza qualcosa di più alto, si va riempiendo non di amici che ci vogliono bene e ci proteggono, ma di falsi amici. Con i quali ridere, bere, fare festa, condividere foto, parole, con i quali digitare. E passata la festa, sono le ferite che restano: e, spesso, mai si rimargineranno.