Si curi chi può

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Sempre più italiani rinunciano a curarsi. C’è chi sceglie di aspettare i tempi biblici del Servizio sanitario nazionale che assegna le visite anche a un anno di distanza, chi non può permettersi di pagare il ticket ma anche chi non ha soldi sufficienti per comprare i farmaci di cui ha bisogno.

Aldo avrebbe quel controllo medico da fare periodicamente, ma la prima data disponibile è l’anno prossimo. Oppure c’è disponibilità tra quattro giorni, privatamente s’intende. Solo che costa il triplo. Pazienza – decide – rinuncerà, tutto sommato sta bene, aspetterà sperando che nel frattempo non accada nulla.
Un ragionamento che nel 2021 hanno fatto oltre 7 milioni di persone, una famiglia italiana su sei. Si parla di famiglie ordinarie, non necessariamente in condizione di povertà economica, ma che mostrano il quadro di una società in cui il diritto a curarsi sembra non più essere garantito. A meno di pagare di più. E non tutti possono farlo. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio sulla povertà sanitaria della Fondazione Banco Farmaceutico, nel 2021 sono state 4 milioni 750 mila le famiglie che hanno cercato di ridurre la spesa per visite mediche e controlli periodici o preventivi per motivi economici, il 18% del totale delle famiglie italiane. Se consideriamo che le famiglie in povertà economica, nel nostro Paese, sono il 7% del totale, è evidente che c’è una grande parte della popolazione per cui accedere alla sanità sta diventando un problema.
Tra loro, ci sono 640 mila famiglie che fanno fatica persino a pagare la quota richiesta per curarsi con il Servizio sanitario nazionale (il ticket, insomma) o comprare i farmaci che vengono prescritti dal medico.
Quello dei medicinali è un altro problema. Nonostante l’impronta universalistica del Servizio sanitario nazionale, nel nostro Paese esistono le esenzioni per età, per patologia, ma non per reddito. Questo impatta, ad esempio, sulla spesa per i farmaci da banco che restano a carico dei cittadini. Nel 2021 gli italiani hanno speso 9,2 miliardi di euro in farmaci, interamente di tasca propria. Questo incide non solo su chi, pur non essendo sotto la soglia di povertà, deve comunque fare i conti con quello che esce dal portafoglio, ma anche per quelle sotto la soglia di povertà assoluta, proprio per il fatto che non c’è nessuna agevolazione per chi ha il reddito più basso.
«Davanti a una situazione di difficoltà economica ci sono delle spese che sono considerate incomprimibili, che vanno fatte per forza, ad…

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