Storie

Como

Salvatore Couchoud, arrivato a Como nell’autunno del 2008, da Torino dove era stato chiuso il giornale nel quale lavorava, chiede aiuto al Centro diurno Caritas da poco inaugurato, diventandone un assiduo ospite. Malgrado le difficoltà affrontate anche per via dell’età, non più consona ad un facile reinserimento lavorativo, ha mantenuto sempre una grande dignità e un particolare “savoir faire” che ha reso sempre più evidente il suo grande potenziale umano. Nell’estate 2009, quando il Centro Diurno Caritas ha avviato nella Diocesi il progetto di vendita di Scarp, Salvatore è stato scelto come primo venditore. In poco tempo, presa coscienza del valore della rivista, Salvatore ha iniziato a scrivere alcuni articoli sulla situazione dei senza dimora nell’area di Como e da allora, grazie a lui, Scarp ha l’onore di avere la propria pagina su “Como mensile”. Non solo, frequentando i parrocchiani e conquistandoli con la sua gentilezza, Salvatore è diventato anche un bravo venditore, infatti, nelle Parrocchie, lo aspettano con piacere una volta al mese. Nell’estate 2010, ospite del dormitorio Ozanam della città, ha iniziato a collaborare con il giornale diocesano Il Settimanale, dove tuttora mantiene un suo spazio con articoli sulle vicende del comasco nell’ambito della grave emarginazione. Dal 2011, abbracciando il Progetto C.A.S.A. con la Caritas, riesce a sostenere le spese di un piccolo appartamento. Dal 2012, svolge una attività con borsa lavoro per la biblioteca di 3 piccoli comuni del lago e spera di proseguire la sua opera di riorganizzazione. Per il 2013, si appresta ad espandere la vendita di Scarp anche nelle parrocchie della zona di Sondrio. Per tutta la redazione di Scarp de’ tenis è un esempio di dignità, serietà e competenza.

Torino

Massimiliano, quarantacinquenne, viveva sulla strada ed è arrivato nella redazione di Scarp de’ tenis un paio di anni fa, tramite l’associazione “Opportunanda”. E’ stato stato subito inserito nel progetto di Scarp scrivendo, inizialmente, articoli elaborati insieme a Giovanni ed è diventato, in seguito un ottimo venditore. Ha instaurato un buon rapporto con la sua Parrocchia di riferimento a Grugliasco, stringendo amicizia con alcuni volontari della parrocchia e con i fedeli. Sempre disponibile a farsi intervistare e raccontare la sua storia, è stato ripreso in un video interno alla redazione. Ha una figlia adolescente che lo ha accompagnato in occasione delle ultime vendite.

Genova

Antonio, sessantenne, è uno di primi venditori di Scarp. Il lavoro nella redazione gli è stato davvero utile sia economicamente che da un punto di vista relazionale. E’ stato molto aiutato anche nelle parrocchie e, dall’anno scorso, ha finalmente ottenuto l’assegnazione di una casa tutta sua. Ha una piccola pensione che viene integrata dalla vendita di Scarp.

Vicenza

Abbiamo conosciuto Federica un anno e mezzo fa alla cena che Scarp e il gruppo di strada della Caritas avevano organizzato per l’ultimo dell’anno. La storia con lei è iniziata tra equivoci che l’hanno portata a dormire in strada per due mesi. Poi, finalmente l’inserimento all’albergo cittadino e la sua partecipazione a Scarp. Oggi Federica è sia venditrice che collaboratrice del giornale e frequentando la redazione si è scoperta appassionata di teatro. Nel reading “8 storie – 8 lacci di vita” non solo legge storie, ma si butta anche a improvvisare in una scenetta a due con Guido. Il nostro “prossimo” sogno è quello di andare ad applaudirla a uno spettacolo teatrale.

Rimini

Franco è stato il primo venditore, è con Scarp sin dagli esordi del progetto. Il suo può dirsi un percorso compiuto. Difficile da convincere e chiuso di carattere, ha trovato in Scarp de’ tenis, un modo per esprimersi e far conoscere la sua storia. Adesso è lui stesso a leggere la lettera di presentazione dal pulpito della chiesa e adora la sua pettorina: é orgogliosissimo quando tutti, oramai, lo riconoscono come “Franco Scarp”. Oggi è una guida anche per l’altro venditore (Antonio) e si è reso pressoché indipendente.

Firenze

Onwuka Kalu Okban (detto Kalu), nigeriano cinquantenne, è arrivato qualche anno fa con una borsa lavoro dell’amministrazione comunale e ha iniziato a lavorare come venditore per Scarp. Da novembre a marzo, lavora presso un centro di accoglienza invernale facendo le pulizie e quando può vende Scarp anche la domenica. La redazione si sta impegnando per procurargli il permesso di soggiorno.

Napoli

Aldo, sessantenne, è a Scarp da 15 mesi circa. Quando è arrivato, dopo aver girato vari Centri di accoglienza, dormiva al Centro del Comune. Ha una storia come quella di tanti altri che hanno perso, all’improvviso, il lavoro e un passato differente da quello di coloro che hanno vissuto realtà difficili. Ha fatto studi classici, ha frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia, scrive benissimo ed è un ottimo venditore. Si presenta bene, è molto educato, a modo, stile e molta dignità. Da Scarp, ha tratto un gran beneficio. Adesso, finalmente, ha una stanza tutta sua che condivide con altri colleghi ed è molto felice perché, nei ritagli di tempo, può dedicarsi anche alla cucina. Ovvio, anche come cuoco, è davvero bravissimo.

Salerno

Mustafà è un marocchino trentenne, proveniente dal Nord del suo Paese. Dopo aver vissuto per un po’ a cavallo tra il nord del Marocco e il confinante sud della Spagna, è emigrato in Italia. Giunto a Salerno e senza il permesso di soggiorno, si è barcamenato per un paio d’anni con vari lavori fino a quando è stato ingaggiato, ovviamente al nero, come bagnino. In quella circostanza, mentre si trovava sulla spiaggia, ha scorto una bagnante che stava annegando e, senza perdersi d’animo, si è avventurato per diverse decine di metri sugli scogli frangiflutti che separano la riva dal mare aperto, si è tuffato in mare, è riuscito a portare a riva la donna e l’ha rianimata. Di questo gesto, si sono occupati anche i giornali e le tv locali, ma, nonostante tutto, non gli è stato concesso l’agognato permesso di soggiorno. Dopo aver dormito per qualche tempo sulla strada, Mustafà si è rivolto a vari dormitori che l’hanno, infine, accolto. Qui, ha conosciuto alcuni volontari della Caritas di Salerno che gli hanno proposto di lavorare per Scarp de’ tenis ma, senza l’indispensabile permesso di soggiorno, la redazione centrale di Milano, s’è vista costretta a bloccare il progetto. La Provvidenza è corsa in aiuto di Mustafà quando la sorella, trasferitasi a Milano e ottenuto il permesso di soggiorno, è riuscita ad inserirlo nella famiglia come parente diretto. Finalmente non più “clandestino”, il giovane ha subito contattato la redazione di Scarp di Salerno dove, appena iniziato a collaborare, si è rivelato bravissimo. Mustafà, che nel suo paese era commerciante, ha utilizzato le sue straordinarie doti per vendere il giornale e ancora oggi è ricordato come il miglior venditore della storia di Scarp Salerno. E’ arrivato a vendere, addirittura, 65 riviste dopo una sola Messa. Un giorno in cui con Michele, caporedattore di Scarp Salerno, stava navigando su un sito, Mustafà ha notato un offerta di lavoro delle “falegnamerie in provincia di Salerno”, ha immediatamente telefonato ed è stato assunto ad Ascea, nel Cilento.

Catania

A Catania, dove la redazione del giornale di strada è attiva dal 2008, partecipano al progetto cinque persone con gravi difficoltà sociali ed economiche e due di queste sono venditori della rivista. Questa piccola realtà ha già ottenuto, nei suoi anni di attività, alcuni buoni risultati sul fronte del reinserimento sociale e lavorativo. Grazia, 34 anni, dopo una storia di fuga dalla famiglia, ha ricevuto per qualche tempo accoglienza presso il dormitorio femminile ed è stata subito inserita nel gruppo. Oggi è riuscita a diplomarsi ed è tornata in famiglia. Fa ancora parte del gruppo/redazione di Scarp come fotografa e giornalista.