Vaccinato solo il 16% dei Sudafricani,Nokukhanya non può andare a scuola

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Si stima che quest’anno almeno 140 milioni di alunni non sono potuti tornare nelle loro classi. Molti si trovano in Africa subsahariana, dove si concentra più della metà dei bambini non iscritti a scuola.
E il Sudafrica non è neppure il Paese messo peggio: semmai è uno di quelli in cui sono più visibili
le differenze e le divisioni

Il suo nome, Nokukhanya, significa luce. E lei è davvero una bambina luminosa come il suo nome, la più piccola di una famiglia tutta al femminile. Nonna, mamma, zia, cuginette… L’unico uomo, lo zio, ha quarant’anni e l’Aids. Vivono in una casetta nella township Khayelitsha, alla periferia di Cape Town, in Sudafrica. Le chiamano match-boxes (scatole di fiammiferi), perché sono minuscole e, anche se relativamente recenti, stanno già cadendo in rovina. Sempre meglio delle baracche che si ammassano tutt’attorno. È una realtà fatta di degrado, povertà e precarietà, dove l’arte dell’arrangiarsi spesso tra i giovani si trasforma in delinquenza.
Nokukhanya non ci ha mai fatto troppo caso. È nata e cresciuta lì; quello è il suo mondo e la scuola e la chiesa erano i suoi riferimenti. Finché non hanno chiuso tutto. Persino l’intera township. La gente gridava «Corona! Corona!». Era arrabbiata, furiosa. Non poteva uscire per andare a lavorare, non sapeva come mangiare; ha cominciato a protestare, a incendiare le auto, a distruggere qualsiasi cosa.


Lezioni ridotte al 50%
Nokukhanya aveva sentito parlare il quel virus che chiamavano Corona, ma molti non ci credevano. Erano tutti troppo impegnati a cercare di sopravvivere alla miseria e alla fame. Lei voleva solo andare a scuola. Ma niente. In Sudafrica, le lezioni sono state ridotte del 50-70% e si stima che almeno 500 mila studenti abbiano abbandonato il sistema educativo. Anche molti genitori hanno perso fiducia e comunque sono molto più preoccupati di guadagnare qualche soldo. La mamma di Nokukhanya la manda spesso a vendere qualche verdura sul marciapiede. E come lei moltissimi altri bambini che non solo in Sudafrica, ma in tutto il continente sono stati inseriti nelle reti dell’economia informale e non riceveranno alcuna istruzione.
Quello dell’abbandono scolastico è una delle più tragiche conseguenze della pandemia di coronavirus. Che ha avuto un impatto drammatico anche nei Paesi ad alto reddito (basti vedere l’Italia), ma avrà conseguenze catastrofiche soprattutto sulle economie più fragili, cancellando decenni di progressi nel campo dell’istruzione.
Si stima che quest’anno almeno 140 milioni di alunni non sono tornati in classe. Molti si trovano in Africa subsahariana, dove si concentra più della metà dei bambini non iscritti a scuola. E il Sudafrica non è neppure il Paese messo peggio: semmai è uno di quelli in cui sono più visibili le differenze e le divisioni. Che qui come altrove non sono più (o non solo) tra bianchi e neri, ma tra ricchi e poveri.


Poveri e senza istruzione
In Sudafrica solo il 16% della popolazione è stata vaccinata; pochissimo rispetto alle percentuali dei Paesi più ricchi, ma certamente di più della media continentale che si ferma a un misero 2,7%. È un dato che, da solo, la dice lunga sulle diseguaglianze che continuano a spaccare il mondo. E a lasciare ulteriormente indietro gli ultimi, i tanti e le tante Nokukhanya che oggi più che mai, senza la possibilità di accedere a un’educazione, sono ancora più a rischio fame, povertà, abusi e sfruttamento.

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