Erion Veliaj, 43 anni, una laurea in scienze politiche presa all’università del Michigan, Stati Uniti, guida la capitale albanese dal 2015. Il suo studio è pieno di giocattoli. Da sette anni, tutti i giorni, dedica un’ora ad ascoltare i bambini e i ragazzi della città. «Loro sono il nostro futuro»
Quando si parla di Albania vengono ancora in mente i volti di quei trentamila albanesi che più di trent’anni fa sbarcarono a Bari a bordo della nave mercantile Vlora. Avevano facce ben riconoscibili avvolte da capelli, spesso lunghi e riccioluti.
Qualche anno dopo ci ritrovammo sulle nostre strade, giovanissime ragazze albanesi, vittime della tratta, giunte in Italia con la scusa di un matrimonio e la speranza di vivere in un Paese occidentale. Nel 2022, l’Albania ha il volto di Erion Veliaj, il sindaco di Tirana: 43 anni, figlio di un ufficiale delle forze armate albanesi, dopo aver studiato al liceo cittadino, come tanti altri, se n’è andato negli Stati Uniti. Si è laureato in scienze politiche alla Grand Valley State University del Michigan ma poi è tornato nella sua patria dove dal 2015 è il primo cittadino della capitale, dopo essere stato ministro del benessere sociale e della gioventù. A parlare per lui è il suo ufficio. Appena entri, al primo piano del Municipio, a due passi dall’immensa piazza Scanderbeg che ancora ricorda i tempi del comunismo, vieni colpito dagli innumerevoli giochi che ci sono tra una poltrona e l’altra. Non sono dei suoi figli, ma di tutti i bambini di Tirana che lui incontra ogni giorno. «Sono sette anni – ci racconta il primo cittadino – che tutti i giorni trascorro un’ora della mia giornata ad ascoltare i bambini e i ragazzi della mia città. Quando mi chiedono: ma dove trovi il tempo? Nell’agenda di un sindaco c’è sempre una riunione inutile, dove si discute magari solo di burocrazia. Ecco io mi prendo quell’ora e la restituisco ai bambini».
Una città per giovani
Sono loro i protagonisti assoluti di Tirana, una città che sta investendo sul futuro a partire dai più piccoli, dai ragazzi. «Per noi la priorità sono i nidi e le scuole dell’infanzia. Siamo ripartiti da lì»…