Arte che salva

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Viaggio di Scarp alla scoperta delle arti visive che aiutano i più fragili a contenere disturbi e patologie. Dalle opere di Carlo Zinelli, pittore scoperto da Vittorino Andreoli nel manicomio di Verona che si è salvato grazie al suo talento a quelle di Banksy e C125 realizzate sui muri di una cittadina ucraina distrutta dalle bombe, dai murales del paesino semi abbandonato di Sant’Agata in Bianco nella Locride a quelli dedicati alle donne di Vicolo Donnaregina a Napoli. Dal teatro di strada di Giuseppe Spicuglia a Noto, ai laboratori espressivi di Firenze, Genova e Torino per arrivare in Emilia-Romagna, dove sono i pediatri a prescrivere il teatro gratuito ai bambini. Sono tanti quelli che, grazie a pittura, teatro, cinema, fotografia e poesia si sono salvati. Quasi sempre non da soli

Arte e cultura stanno diventando strumenti di lavoro per chi si occupa di fragilità. Con la benedizione dell’Organizzazione mondiale della sanità, che nel 2019 ha riconosciuto ufficialmente l’efficacia di alcune attività culturali, artistiche e creative come fattore di promozione della salute, di benessere, di soddisfazione, come potenziamento di capacità di apprendimento e di contrasto alle disuguaglianze.
Un approccio che ha anche un nome: si chiama welfare culturale, «ma non è dire sbrigativamente che l’arte e la cultura fanno bene. È proprio un modello integrato che prevede l’uso delle arti e del patrimonio culturale per promuovere il benessere e la salute di individui e delle comunità», così spiegano gli studiosi del Cultural Welfare Center, associazione che si occupa di favorire la relazione tra cultura e salute, formando operatori dei tre mondi – salute, sociale e cultura –, mettendo in rete esperienze, strumenti e anche opportunità di finanziamento.
Lo studio dell’Oms ha evidenziato come esperienze culturali appositamente studiate possano aiutare nel trattamento e nella cura in molte situazioni: con le persone che soffrono di malattie mentali, disturbi neurologici, malattie croniche degenerative e all’assistenza nel fine vita. Malattie come Alzheimer o Parkinson possono essere un po’ rallentate, o attenuate, in alcuni aspetti critici come l’aggressività. Ed essere di aiuto anche per i caregiver che si prendono cura di queste persone.
Carlo Zinelli oggi è considerato uno dei più significativi pittori del Novecento, ma negli anni ’50 era “solo” un uomo schizofrenico internato nel manicomio di Verona. Lo conobbe lì il professor Vittorino Andreoli, …

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