Nessun rispetto per il “pensiero”

Facebook
Twitter

La cultura come antidoto al buio nella mente

Questa mancanza di rispetto per la parola “pensiero” e per il suo significato dovrebbe spingerci a leggere e far leggere più di quanto già facciamo

Vengono chiamati “pensiero”: pensiero scientifico, pensiero religioso, gnostico, artistico, matematico, filosofico e via dicendo. Ma di che cosa parliamo quando parliamo di pensiero? Cioè, viene da chiedersi, esiste ancora la capacità di fermarsi a pensare in modo razionale e concreto su domande e risposte? O il pensiero è diventato sinonimo di “appiattirsi” (attenti al verbo) sulle credenze, sui luoghi comuni, sugli slogan? C’è una battuta fatta recentemente da un produttore romano. Ha appena concluso un film sulla tragedia di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra, rapita e uccisa da Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo, con altre istanze rigettate perché prive di qualsiasi elemento che potessero cambiare la prospettiva dei giudici. Ma ci sono innocentisti, gli hanno contestato. E lui, il produttore: «Se per questo ci sono anche i no vax».
Il cortocircuito sarcastico della risposta è più interessante della risposta stessa. Noi conosciamo i dettagli del caso Gambirasio: una tredicenne va in palestra, quando esce e torna a casa scompare. La ritroveranno, quando la neve di scioglie, in un campo: era stata portata là la sera stessa del rapimento, come testimoniano le piante intrecciate ai suoi poveri resti. E i volontari, che assicuravano di aver controllato, erano passati a poca distanza dal corpo sepolto sotto la neve, ma non si erano addentrati nella radura. Capita, in Italia come in ogni parte del mondo.
Sugli indumenti di Yara c’è una traccia organica maschile. Non una sola, chiaro. Ma varie. Da queste viene estratto il Dna. Il Dna è come il libro di una persona e al mondo non ci sono due libri uguali. Questo lo afferma la scienza. La Polizia di Bergamo comincia da dove può. Non lontano dal campo c’è una discoteca. A sorpresa prelevano il Dna ai danzatori del sabato notte. Uno di loro ha alcune pagine di quel libro del Dna. Quindi l’assassino può essere uno della sua famiglia. Ed è così, traccia dopo traccia, pista dopo pista, analisi dopo analisi, che si arriva a Bossetti, nato da una relazione della madre con un guidatore di autobus delle valli. Ora non solo il Dna è di Bossetti, e non ci sono due Dna uguali, ma sugli indumenti di Yara si ritrovano le fibre simili a quelle del sedile del furgone di Bossetti. Un furgone bianco, che le telecamere quella notte hanno visto girare nei luoghi in cui Yara sparì. E lasciando perdere altri indizi. Bossetti, detto “il favola” dai colleghi di lavoro per le balle che sparava, faceva il carpentiere: sui poveri resti c’erano anche quelle tracce che si trovano proprio sui cantieri .
Povera Yara. Non toglieremmo mai la parola agli innocentisti, ma possibile che un confronto serio con queste persone – che in tv le sparano sempre più grosse – non sia possibile? Possibile che si dia spazio alle parzialità e alle menzogne e non ai dati di fatto della scienza e della magistratura? Esiste quindi un “pensiero televisivo” che serve all’audience e non esattamente al giornalismo?
Quindi, per tornare alla battuta del produttore, fermiamoci a riflettere: dall’ «Eppur si muove», dalle geometrie astrali di Keplero, dai viaggi nello spazio delle grandi potenze, tutti sappiamo che la terra è rotonda e gira intorno al sole, dentro un sistema solare, simile ad altri sistemi più lontani. è l’universo. Ma c’è chi sostiene – oggi! – che la terra sia piatta. Non sono pochi. Scusate se a questa gente, avendo il potere, io verificherei patente, titolo di studio, capacità professionali: il Medio evo sarebbe finito, ma alcuni sembrano preferire il buio, in qualsiasi secolo, alla luce, magari scomoda, del mondo reale. Esiste il pensiero terrapiattista, ma per tornare alla questione: siamo sicuri che possiamo parlare di pensiero? Questa mancanza di rispetto per la parola “pensiero” e per il suo significato dovrebbe spingerci a leggere e far leggere più di quanto già facciamo. La cultura resta un antidoto serio al buio nella mente.

Leggi di più

Gli ultimi articoli

Gli argomenti più seguiti