Vinicio Capossela «Comprendere il mondo per non lasciare indietro nessuno»

Facebook
Twitter

Il grande cantautore racconta a Scarp il suo ultimo disco, dove passato e attualità si specchiano in problemi e lotte comuni. E poi l’amicizia con Mura e il ricordo di Jannacci

«Scarp de’ tenis mi ricorda due amici. Il primo è Gianni Mura, quel giorno di marzo del 2020 quando se ne andò è stato uno dei più bui della mia vita. Riprendendo in mano un suo libro sono andato a leggere il momento in cui con altri, commemora un amico che non c’è più e fa mettere, al ristorante, una canzone di Yanne Tirsen L’absent che dice pesante è portare l’assenza dell’amico. È proprio così. E poi il vostro giornale permette di fare memoria di Enzo Jannacci. È sempre difficile da cantare ma ho provato a suonare la sua Giovanni, telegrafista che raffigura “con il cuore urgente…”.
Parlare con Vinicio Capossela, nato ad Hannover, da genitori originari dell’Irpinia e vissuto a Scandiano dove lo abbiamo intercettato, è un’esperienza spirituale che permette di avere i piedi ben fermi nella terra con tutti i suoi guai e allo stesso tempo di toccare il cielo facendo tesoro – per citare due canzoni dell’ultimo album Tredici canzoni urgenti – de Il tempo dei regali e Con i tasti che ci abbiamo.
Vinicio, perché l’urgenza? È come se venissi a bussare alle nostre porte.
Tutto ha una storia d’amore. C’è sempre dell’amore dietro, qualcosa che ti rende più partecipe al mondo, non ti sottrae. Urgenti perché si sono imposte da sé soprattutto a partire da quel 24 febbraio 2022, con la sensazione di pericolo generale, di mondo alla rovescia. Ho sempre cercato di fuggire dalla dittatura dell’attualità, ma quando si fa stringente va affrontata con quello che serve. Sono canzoni con soggetti universali ma più circoscritti a questo tempo.

Leggi di più

Gli ultimi articoli

Gli argomenti più seguiti